 |
Caos calmo
Al termine di una giornata di sole, mare, surf ed
imprevisti, un uomo di quarant’anni rientra nella sua casa di villeggiatura,
trovandovi amici, parenti ed un’ambulanza: la compagna è morta, un infarto.
L’uomo si stringe alla figlia per tutta l’estate, fino a che a settembre devono
rientrare a Milano. Il primo giorno di scuola, preoccupato di come la figlia
possa reagire, le dice tra il serio e il faceto: “Non cambia nulla, papà non ti
lascia, resta qui fuori scuola fino alla campanella delle 16”. Pensa di farlo
per lei, lo fa invece per sé.
|
L’idea è geniale. E suscita subito molte curiosità: come
farà con il lavoro? non si annoierà? eccetera. Purtroppo l’autore si sottrae
alla sfida che si è spontaneamente lanciato, rifuggendo in un fiorire
artificiale di episodi, storie e storielle poco credibili e comunque poco
interessanti. Alla fine, non succede mai niente. E, ahimé, ciò accade per
quattrocento interminabili pagine.
Per cominciare, Veronesi supera Muccino e Volo scegliendo
per il suo protagonista un mestiere ancora più raro del pubblicitario: il
direttore di rete televisiva. Proviamo a contare: RAI uno, due e tre; Canale 5,
Italia 1, Rete 4; Sky e La7; reti minori. Insomma, uno dei dieci/venti italiani
(su 56 milioni!) che svolgono la professione di direttore di rete televisiva.
Bah… molto, molto più interessante sarebbe stato vedere come se la sarebbe
cavata un operaio edile oppure un bancario. Invece no. Anzi: non
pago, Veronesi caratterizza ancor di più la propria creatura inventando per la sua
azienda televisiva, francese, una fusione con un’azienda americana. Fusione
aziendale caratterizzata da incertezza e colpetti di scena, all’interno dei
quali trova giustificazione l’improbabile possibilità che un dirigente
importante smetta di colpo di andare in ufficio ed inizi a lavorare dalla
propria macchina. Parcheggiata fuori scuola ed equipaggiata con un fax (più,
ovviamente, il cellulare)…
In una cornice così esile ed innaturale non sorprende poi
che non ci siano idee importanti da sviluppare; la trama prosegue, lo
ripetiamo, per episodi, storie e storielle poco credibili e comunque
poco
interessanti. Ed è tutto. Il fatto che abbia vinto il Premio
Strega pregiudica
fortemente il valore attribuibile a questo riconoscimento, senz'altro
utile per vendere copie ma poco attendibile come indicatore di
qualità.
|
|
(giugno 2007) |
|
Recensione di:
Veronesi, S., Caos Calmo. Bompiani,
2006.
(letto in prestito)
|
|