La Turchia laica scende in piazza contro Erdogan

di Vittorio Da Rold


ANKARA - «Chi difende la sharia, la legge islamica, non può diventare presidente della Repubblica». 
Con questo slogan diretto contro il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, la Turchia ha detto no all'ipotesi di un presidente filo-islamico che possa 
mettere a repentaglio la laicità dello Stato e delle Turchia così come la conosciamo oggi. 

Un milione di persone secondo gli organizzatori della «Marcia per la Repubblica», oltre 300 mila secondo i dati forniti dalla polizia hanno
marciato ad Ankara da piazza Tandogan verso Anitkabir, il luogo dove sorge il monumentale mausoleo di Kemal Ataturk, il padre della Turchia 
moderna e laica. Alla manifestazione di massa, uno delle più imponenti degli altimi anni e che ha formato un serpente umano lungo cinque chilometri, 
hanno partecipato anche i leader dei principali partiti dell'opposizione, Deniz Baykal del Chp (progressista) e Zeki Sezer per la Sinistra democratica, 
oltre a sindacati e organizzazioni secolariste e kemaliste.

Ora la parola passa al partito islamico al Governo, l'Akp che, con i due terzi dei seggi in Parlamento non avrebbe nessun 
problema a eleggere in Parlamento un suo candidato a Capo dello Stato. Erdogan, da fine politico, ha fatto capire di volersi candidare ma 
resta cauto, pronto a lanciare un suo uomo fidato in caso di ostilità eccessiva verso il suo nome: il deposito delle candidature si aprirà infatti 
il prossimo lunedì ma ci sarà tempo fino al 25 aprile compreso. In realtà metà del Paese non vuol sentir parlare di nessun filo-islamico alla massima 
carica dello Stato, perché a quel punto il partito Akp concentrerebbe nelle sue mani il presidente della Repubblica, il primo ministro e la 
maggioranza dei due terzi al Parlamento monocamerale. A quel punto la laicità dello Stato sarebbe in pericolo.

(Il Sole 24 ore, 14 aprile 2007)